ADA, Riqualificazione area DeAgostini
Il progetto riguarda un’area industriale dismessa nella periferia nord di Novara posta nei pressi di un nodo strategico delle vie di comunicazione, sia su gomma, sia su ferro, verso Milano, ai margini di un nascente distretto manifatturiero e di servizi connesso al capoluogo lombardo.
La proposta si centra in un approccio all’organismo urbano incentrato su due temi principali: riqualificazione e rigenerazione urbana.
Con il primo si intende una strategia volta a recuperare il valore economico di aree in stato di degrado o abbandono rivitalizzandole con la reintroduzione e il consolidamento di funzioni urbane virtuose che innalzino la qualità dell’abitare locale e rendano attrattive per il mercato immobiliare le aree interessate.
Il recupero urbano invece si riferisce a una modalità d’intervento sul tessuto esistente volta a riutilizzare il patrimonio edilizio ed infrastrutturale obsoleto o abbandonato con l’introduzione di dinamiche e funzioni nuove, vista come strategia preferibile alla costruzione ex-novo e la dismissione dell’esistente.
Le due questioni sono strettamente intrecciate e vengono entrambe sviluppate dalla nostra proposta che si configura come una ristrutturazione urbana: l’area d’intervento infatti è parte del tessuto consolidato e presenta un già alto indice di edificazione; tuttavia i manufatti oggi presenti nel lotto sono in gran parte obsoleti e mancano della qualità architettonica necessaria a destare interesse da parte del mercato immobiliare o si trovano in stato di abbandono per l’esaurirsi delle dinamiche produttive chiuse che ne alimentavano l’uso.
Il primo passo della trasformazione consiste nel demolire alcuni capannoni di scarsa qualità architettonica decongestionando l’area ed invertendo il rapporto tra superficie coperta e superficie libera.
Analizzando il rapporto di copertura, si riscontrerà una sua diminuzione del 20%.
Le aree liberate dalle demolizioni vengono recuperate per usi pubblici e connesse ai percorsi e agli spazi di aggregazione della città esistente operando una ricucitura e rafforzamento della trama urbana e integrandosi tra percorsi ad alto scorrimento e mobilità lenta di quartieri residenziali.
Le volumetrie demolite vengono in parte recuperate e ridistribuite all’interno dell’area densificando in altezza le strutture esistenti; in questo modo di fatto non viene aumentato il carico urbanistico, ma rivitalizzato un contesto esistente sfruttando al massimo le risorse (infrastrutture, immobili) già esistenti per rinnovare la città.
La struttura deve caratterizzarsi per un’elevata visibilità identificandosi anche come landmark urbano (punto di riferimento dell’area urbana) utilizzando come punto di forza il fatto di essere facilmente raggiungibile e connesso alle principali vie del traffico commerciale.
Fondamentale per il progetto è l’introduzione del concetto di co-produzione che porta ad aggiornare il concetto di Polo produttivo, conservando la solida rete infrastrutturale ereditata dalla grande industria, ma spostando l’accento sugli attrattori economici innovativi e qualificanti, caratterizzati da un’innegabile qualità urbana, che trasformino quello che un tempo era uno spazio alieno alla vita culturale della città in uno spazio polifunzionale e ricco di interazioni.
Inoltre se da una parte in questa maniera si assicura un uso continuativo di tutta la città al di là delle finestre orarie o stagionali in cui le singole funzioni operano, dall’altra quest’impostazione è orientata alla resilienza, poiché permette una ridistribuzione delle destinazioni d’uso in funzione dei mutamenti economici e sociali.
credit
Progetto: Benedetto Camerana; con BASE engineering, Studio Lageard
Collaboratori: Eugenio Bosco, Giulia Palmerini, Alberto Maria Spingor
Cliente: DeAgostini
Realizzazione: in fase di progettazione
Localizzazione: Novara, IT
Dati dimensionali: 159.900 mc
Costi: 56.000.000 €